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Pubblicato da su 27 febbraio 2019 in VIAGGIANDO

 
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Mercatini: come partecipare e dove trovarli

Mercatini: come partecipare e dove trovarli

Anche una piccola bancarella può diventare un’attività redditizia, nel mercatino giusto. Prodotti artigianali di tutti i tipi, infatti, non hanno bisogno di vetrine e spese esagerate per essere venduti con successo.

Trovare un mercatino

Il web è di grande aiuto. Guardiamoci intorno: c’è un paese che organizza un mercatino storico? O legato a una festività particolare? O alla sagra del prodotto che ci interessa? Il sito della Pro Loco o del Comune fanno al caso nostro. Navigando, il sito «Partecipare ai mercatini: come fare?» e la sua sezione commenti ci sono sembrati molto convincenti.

I mercatini più famosi d’Italia

È il Natale l’occasione d’oro per i mercatini. Ma non è l’unica: ogni sagra, festività, evento locale, è sempre accompagnata da un mercatino. Vediamo le opportunità più in vista per vendere i nostri prodotti.

 
Città Note Info su
Rovereto In Trentino, richiamo per Natale e Santa Caterina (ultima domenica di novembre) Ufficio Mercati e Fiere
Milano Artigianato e riutilizzo nella seconda città più visitata d’Italia Mercatino delle Pulci
Rimini «Domeniche ad Arte» (aprile-novembre), nella capitale italiana del turismo estivo Rimini Turismo
Jesolo Una vetrina per 5,3 milioni di turisti all’anno Comune di Jesolo – Mercatini
Lazise Folklore a Natale (e non solo) sul lago di Garda Lazise folklore e mercatini
Montalbano Elicona Borgo più bello d’Italia (provincia Messina) Pro Loco Eventi e Turismo
Bolzano Il più natalizio di tutti Comune di Bolzano – Attività produttive
Sorrento 2,5 milioni di turisti all’anno sia a Natale (M’illumino di Inverno) che in estate SUAP – Sorrento
Locorotondo In provincia di Bari il borgo più bello della Puglia: ideale per antiquariato Eventi Locorotondo
Posada In provincia di Nuoro, il borgo più bello della Sardegna Pro Loco Posada

 


Per info: mercatini.info@gmail.com

Questo articolo è stato scritto da un volontario. Per donazioni, si accettano Bitcoin su

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Pubblicato da su 12 aprile 2018 in CURIOSITA'

 

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Come ottenere Buoni AMAZON gratis!

articolo tratto da https://www.tariffando.it/buoni-amazon-ecco-come-ottenerli-e-risparmiare/

Amazon è uno dei nostri store preferiti. Veloce e affidabile. Vi piacerebbe risparmiare usando i buoni Amazon? Ecco come ottenerli

 

Ve lo abbiamo promesso, ed eccolo arrivare: l’articolo su come ottenere buoni Amazon in modo gratuito è finalmente online e pronto ad essere letto. Come molti di voi ben sapranno, Amazon è uno degli store più forniti e affidabili della rete, i prezzi di base sono ottimi e la spedizione risulta puntigliosa e precisa. Ve lo consigliamo vivamente, sopratutto facendo uso del buoni Amazon ottenuti in modo totalmente gratuito.

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Ma andiamo al dunque: come ottenere questi buoni Amazon gratis? Basta possedere un iPhone/iPad o uno smartphone Android. Chi possiede altri sistemi operativi, ad esempio gli user Windows Phone, possono scaricare un emulatore android, ma ne parleremo tra un pò.

Se possedete uno smartphone Android, recatevi sul Play Store e scaricate App Bountydopo i pochi secondi necessari per completare il download dell’app, avviatela, se possedete un account Facebook accedete con esso (avrete un bonus), altrimenti cliccate sul bottone verde. Successivamente, recatevi nella sezione “Invite” e inserite il codice blvsixzs. Grazie ad esso, riceverete un bonus di 50 punti offerto da Tariffando!

Se possedete un iPhone/iPad recatevi sul sito http://appbounty.net, vi farà scaricare un’app da App Store. Scaricatela, avviatela e ritornate al sito mobile cliccando su “Go Back to AppBounty.net”. Come nel caso degli smarphone android occorrerà quindi registrarsi. Se possedete un account Facebook accedete con esso (avrete un bonus), altrimenti cliccate sul bottone verde. Successivamente, recatevi nella sezione “Invite” e inserite il codice blvsixzs. (IL NOSTRO CODICE DI Camera Collettiva è invece fgvbdhfc !!!) Grazie ad esso, riceverete un bonus di 50 punti offerto da Tariffando!

 

Se non avete nè Android nè iOS, la miglior soluzione è scaricare Windroye, un ottimo emulatore android. Il download si effettua da qui (scegliete la versione “gapps”) e poi seguire la guida per Android.

COME FUNZIONA?

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Pubblicato da su 14 gennaio 2017 in TEMPI MODERNI

 

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La banda degli invisibili

La banda degli invisibili è una banda di divertenti signore e signori anziani, che trascorrono il loro tempo a chiacchierare, bisticciare, leggere il giornale e commentare le notizie alla tv. Ed è proprio ascoltando le notizie che hanno questa idea: rapire Silvio Berlusconi! Ebbene sì, è proprio quello che vogliono fare!
Per portare a termine l’operazione iniziano a ‘fare palestra’, ma in casa, perché con la loro pensione non possono permettersi certo una vera palestra. Tra disavventure, ossa rotte, un po’ di Alzheimer ma tanta voglia di agire trovano così una nuova forma fisica, tanti amici disposti ad aiutarli ma soprattutto un rinnovato affetto e amicizia tra di loro.
Preparatevi a ridere (sin dalla seconda pagina), piangere anche un po’, anche a riflettere su come un romanzo può essere molto vicino alla realtà, ma soprattutto si fa il tifo per questa divertentissima banda!

la banda degli invisibili

 

Nota: post già pubblicato su DropSea

 
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Pubblicato da su 22 luglio 2014 in LIBRI

 

Gaza, il 16 luglio fiaccolate di pace in ogni città italiana.

Vauro

 

 

Mai più vittime! Per libertà e giustizia in Palestina e Israele.

Di fronte alla nuova guerra in corso nella Striscia di Gaza, un folto gruppo di associazioni che fanno capo a Rete della Pace, Controllarmi Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci e Tavolo Interventi Civili di Pace ha lanciato un appello per il cessate il fuoco e per chiedere alla comunità internazionale di adoperarsi per la pace in quella martoriata terra : «Chiamiamo uomini e donne che credono nella Pace e nella nonviolenza a mobilitarsi Mercoledì 16 Luglio 2014, organizzando e partecipando nella propria città alla FIACCOLATA per la Pace, la libertà, la giustizia in Palestina e Israele. Ogni morte ci diminuisce, ogni uomo, donna, bambino ucciso pesa sulle nostre coscienze. Vogliamo vedere i bambini vivere e crescere in pace non maciullati da schegge di piombo».

 

Le coalizioni delle associazioni pacifiste italiane chiedono: «Che cessino immediatamente il fuoco, le rappresaglie e le vendette di ogni parte; Che la politica e la comunità internazionale assumano un ruolo attivo e di mediazione per la fine dell’occupazione militare israeliana e la colonizzazione del territorio palestinese, per il rispetto dei diritti umani, della sicurezza e del diritto internazionale in tutto il territorio che accoglie i popoli israeliano e palestinese; Che il governo italiano si attivi immediatamente affinché il nostro Paese e i Paesi membri dell’Unione Europea interrompano la fornitura di armi, di munizioni, di sistemi militari, come pure ogni accordo di cooperazione militare con Israele; Che il nostro governo, oggi alla Presidenza dell’Unione Europea, assuma questi impegni con determinazione e coraggio».

Intanto un gruppo di cooperanti che vive e lavora in Palestina lancia un appello dato 11 luglio) alla comunità internazionale sottolineando che «Tutto ciò che scriviamo è verificato da testimonianze sul campo e da fonti di agenzie internazionali». Ecco quello che scrivono nel loro drammatico comunicato: Basta con chi fa finta di non vedere. Basta con chi pensa che una partita di pallone sia più importante di un’intera popolazione inerme sotto le bombe…Basta con chi dà del terrorista a un’intera popolazione senza mai aver voluto ascoltare le voci di Gaza. Basta con giornalisti che scrivono articoli comodamente seduti da casa o dalle redazioni a Roma e Milano. Basta con l’equidistanza a tutti i costi. Basta con le condanne bipartisan e con le parole misurate.

Siamo operatori umanitari e condanniamo la violenza verso i civili, SEMPRE. Per questo non possiamo restare silenti dinanzi ad un attacco armato indiscriminato verso una popolazione che non ha rifugi, posti sicuri o possibilità di fuga. Una popolazione strangolata economicamente e assediata fisicamente, rinchiusa in una prigione a cielo aperto.

Non possiamo far finta di nulla. Noi Gaza la conosciamo perché ci lavoriamo, perché la viviamo e lì abbiamo imparato cos’è la sofferenza, ma anche la resistenza. E non parliamo di lancio di razzi: per i circa due milioni di persone che risiedono a Gaza, che vivono da 48 anni sotto occupazione, dimenticate dal mondo, che piangono morti che sono sempre e solo numeri, che subiscono interessi politici sempre più importanti della vita umana… resistere è essere capaci, nonostante tutto, di andare avanti.

Gaza ci ha insegnato semplicemente la dignità umana.

Siamo qui e ci sentiamo inermi e, ancora una volta, esterrefatti perché continuiamo a leggere articoli di giornale che a nostro avviso non rispecchiano la realtà. Non raccontano lo squilibrio tra una forza occupante e una popolazione occupata. Enfatizzano la paura israeliana dei razzi lanciati da Gaza, che condanniamo ma che, fortunatamente, non hanno procurato morti e riducono a semplici numeri le oltre 100 vite spezzate a causa dei bombardamenti Israeliani in meno di tre giorni.

Tutto ciò che scriviamo non è frutto di opinioni personali o giudizi morali; è sancito e ribadito dai principi del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale, che muovono il nostro operato ogni giorno. Riteniamo inaccettabile che la risposta all’omicidio dei 3 coloni, avvenuto in circostanze ancora ignote, sia l’indiscriminata punizione di una popolazione civile indifesa: il diritto umanitario vieta le punizioni collettive – definite crimini di guerra dalla IV Convenzione di Ginevra (art. 33).

Israele ha addossato la responsabilità ad Hamas, attaccando immediatamente la Striscia, causando la risposta dei gruppi palestinesi con il lancio di missili su Israele. Il governo israeliano sostiene di voler colpire gli esponenti di Hamas e le sue strutture militari. E’ davanti agli occhi di tutti che ad essere colpiti finora sono soprattutto bambini e donne. Basta con lo scrivere che Israele reagisce ai missili da Gaza, la verità per chi vuol vederla e i numeri, se non interpretati con slealtà, sono chiari.

Dall’8 luglio, inizio dell’operazione militare “Protective Edge”, Israele ha bombardato 950 volte la Striscia, distruggendo deliberatamente oltre 120 case, (violando l’articolo 52 del Protocollo aggiuntivo I del 77 della convenzione di Ginevra), uccidendo 102 persone (inclusi 30 minori 16 donne,15 anziani e 1 giornalista) ferendo oltre 600 persone, di cui 50 in condizioni molto gravi.

Oltre 900 persone sono rimaste senza casa, 7 moschee, 25 edifici pubblici, 25 cooperative agricole, 7 centri educativi sono stati distrutti e 1 ospedale, 3 ambulanze, 10 scuole e 6 centri sportivi danneggiati. Dall’altro lato, il lancio di razzi da Gaza, secondo il Magen David Adom (servizio emergenza nazionale israeliano), ha causato 123 feriti di cui: 1 ferito grave; 2 moderati; 19 leggeri; 101 persone che soffrono di shock traumatico.

Di fronte a questi numeri ci sembra intollerabile la non obiettiva copertura di gran parte della stampa internazionale e nazionale dell’attacco israeliano verso la Striscia di Gaza. Per questo riteniamo necessario prendere posizione e ribadire la necessità di riportare l’informazione, sullo scenario militare in corso, alle dovute proporzioni.

Ci appelliamo infine ai responsabili politici in causa e a quanti possano agire da mediatori, affinché le operazioni militari cessino immediatamente e perché si ponga fine all’assedio nella Striscia di Gaza.

Da greenreport.it

 
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Pubblicato da su 15 luglio 2014 in POLITICA

 

Un primo maggio di lutto, Piergiorgio Odifreddi – Il non senso della vita

Fino a qualche anno fa, il primo maggio costituiva l’occasione per festeggiare le conquiste dei lavoratori: non solo il diritto al lavoro stesso, ma anche le regole e le tutele al suo proposito. Si festeggiava il fatto che, poco a poco, i lavoratori stavano cessando di essere considerati ingranaggi di un macchinario per la produzione di beni per il consumo altrui, e iniziavano a essere visti come persone con bisogni e diritti propri, oltre agli ovvi obblighi e doveri.

Tutto questo oggi è finito. Vent’anni di coalizione fra berlusconesimo, leghismo e fascismo, e qualche anno di crisi più o meno costruita e pilotata ad arte, hanno azzerato la condizione dei lavoratori, riportandola all’anno zero. Tutto ciò che era stato conquistato goccia a goccia, a costo di giuste rivendicazioni e dure lotte, è stato cancellato. Oggi, in una crociata al grido di “l’Europa, i mercati e le banche lo vogliono”, i lavoratori sono ridiventati semplici rotelle di un meccanismo, da usare quando servono e buttare quando non servono più.

Naturalmente, questa concezione antiumanistica del lavoro ha radici lontane, anche nel passato prossimo. Risale da un lato alle controrivoluzioni liberiste di Reagan e della Thatcher, e dall’altro ai tradimenti delle sinistre di Blair e di Craxi. Ma oggi è stata portata a compimento, nel nostro paese, da un’insolita coalizione, che ha visto unite la destra intransigente di Berlusconi e Monti, con la sinistra inesistente di Napolitano e Renzi.

Un presidente della Repubblica che ha da sempre lavorato, all’interno del Partito Comunista, come cavallo di Troia del capitale e del mercato, ha guidato dall’alto del Quirinale l’opera di smantellamento dei diritti dei lavoratori. Quando Berlusconi non ha più potuto agire in prima persona in questo compito, Napolitano gli si è sostituito imponendo governi al limite della costituzionalità e della democrazia, da Monti a Renzi.

E oggi i giovani parvenu della politica, forti soltanto della debolezza del paese e privi di qualunque mandato elettorale, stanno completando l’opera di picconamento dei loro predecessori. Il programma è soltanto “far presto”, cambiare tutto prima che l’elettorato possa esprimersi, magari scegliendo partiti e candidati che possano contrastare i voleri e le pretese della santissima Trinità costituita appunto dall’Europa, i mercati e le banche.

Con un autoritarismo mascherato da efficientismo, il governo Renzi fa il possibile per varare, il più presto possibile, riforme raffazzonate e unilaterali, con un metodo da repubblica delle Banane: “ci confrontiamo per qualche giorno, ma poi decidiamo noi”. Per questo il primo maggio ormai non è più una festa, ma un giorno di lutto. Forse è ormai troppo tardi, ma le prossime elezioni europee sono l’ultima spiaggia: se non serviranno a rimandare a casa i traditori dei lavoratori che siedono in Quirinale e a palazzo Chigi, sarà un lutto che durerà a lungo, segnato dalle lacrime richieste dai nemici e imposte dai sedicenti amici.

Tratto da: http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2014/05/01/un-primo-maggio-di-lutto/

 
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Pubblicato da su 2 Maggio 2014 in TEMPI MODERNI